Giubbino catarifrangente obbligatorio per i ciclisti

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Un’interessante novità che riguarda tutti i ciclisti, e che entrerà  in vigore da domani 12 Ottobre con  le nuove norme del Codice della strada per circolare in bicicletta

Da Kataweb:    Scatta l’obbligo del giubbino catarifrangente per i ciclisti stabilito dal nuovo Codice della strada (legge 120/10). Da domani, 12 ottobre, chi si muove in bicicletta dovrà indossare un gilet analogo a quello che si usa per scendere dall’auto in sosta di emergenza (sono ammesse anche le bretelle), ma solo in alcuni casi: quando è buio (da mezz’ora dopo il tramonto a mezz’ora prima dell’alba), sulle strade extraurbane e  in tutte le gallerie (anche in città). 


 

Sull’utilità di questo indumento non ci sono dubbi, visti gli altissimi rischi cui sono sottoposti i ciclisti.  Chi va in bici, infatti, rischia di morire in un incidente sette volte di più rispetto a chi viaggia in auto.  Secondo uno studio della 3M (multinanzionale specializzata in materiali rifrangenti), la migliore delle lampade per bici ha una luminosità di 50 lux per metro quadro, mentre la fascia grigia di un giubbino arriva a 330. Il che equivale a poter a essere avvistati a 200-250 metri di distanza, contro gli 80 scarsi del fanalino della bici. 

Sarebbe quindi buona norma indossare il giubbino sempre, così come il caschetto che non è più obbligatorio nemmeno per i minori di 14 anni,  ma è caldamente consigliabile per proteggere la testa negli impatti fino a 25 km, a fronte di una spesa media di una trentina di euro (meglio prendere sempre un modello omologato, con la sigla EN 1078 sull’etichetta del cinturino). 

La sanzione per chi non indossa il giubbino e di 23 euro, che salgono a  38 sulle bici che consentono il trasporto di più persone (i cosiddetti risciò a pedali che si noleggiano nei centri storici di molte città e in varie località turistiche). Meglio scegliere indumenti con il marchio “CE”, conformi alla norma tecnica EN 471. Da controllare sull’etichetta: il  numero di volte in cui è possibile lavarlo senza che le rifrangenza si “spenga”. Un dato importante, visto che i ciclisti indosseranno il giubbotto più degli automobilisti e in situazioni più esposte allo sporco. I prezzi variano da due a 15 euro. In alternativa si possono usare anche le bretelle riflettenti, che però sono meno visibili.

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8 Thoughts to “Giubbino catarifrangente obbligatorio per i ciclisti”

  1. mediomen

    A Palermo sarebbe meglio che lo indossassero anche i pedoni, parecchi automobilisti e motociclisti non li vedono. :))

  2. huge

    Bene.
    Nelle ore notturne aumenta enormemente lo standard di sicurezza di un ciclista. Personalmente lo uso sempre quando sono in giro con la bici la sera.
    Casco, luce anteriore e posteriore, giubbino catarifrangente.
    Piccoli accorgimenti che però possono salvare una vita.

    Vediamo in quanti si adegueranno in Italia.

  3. Metropolitano

    Buona questa norma! Però a me non tocca minimamente visto che quando uso la bici non supero mai la zona di Brancaccio e Roccella di notte se vado lì. Mi chiedo solo se infrango il regolamento quando attraverso la galleria a Ponte Ammiraglio (sotto la sede ferroviaria di PA Centrale) senza il giubbino.

  4. Metropolitano

    Direi di sì. Da lì non ci potrò più passare se non mi faccio il vestito fosforescente. 😀

  5. dreamboy

    Perchè ci si pone il problema? A Palermo ci sono ciclisti??? A Palermo c’è stata mai la cultura della bicicletta? E nelle rare occasioni che se ne vede qualcuno lo si guarda pure male… L’unico posto in cui se ne vedono con una certa frequenza sono negli stradoni pericolosi dello zen (viale olimpo, via lanza di scalea…) e poi? Avventurarsi in centro con la bicicletta è una pazzia con tutto quel traffico e con i motorini che si infilano ovunque. Le piste ciclabili? Completamente inutili e totalmente inutilizzate. Quando faranno un centro pedonalizzato 24 ore su 24 e “marciapiedalizzato” (e non la farsetta della domenica), forse la cultura della bicicletta arriverà pure qui.

  6. Cobra

    A Palermo cè gia la cultura della bici, forse non viene usata come al nord ma siamo in molti ad usare la bici come mezzo di locomozione ordinaria.

  7. Dice bene Cobra.
    Fra l’altro esistono anche affermate associazioni che periodicamente organizzano anche pedalate collettive, e molti eventi a tema per diffondere la cultura delle due ruote.
    Pertanto dreamboy, non mi sbilancerei tanto in soliti commenti qualunquisti

  8. Metropolitano

    Cobra ha ragione. Oltretutto Palermo non è come Perugia, e pressochè pianeggiante (tranne il tratto Calatafimi-Monreale ed altre salite). La bici è già cultura per le città pianeggianti al di là se si tratta di città allo sbando o non.

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